Il complesso castellano di Strambino sorge, come di consueto in costruzione di tale natura, in posizione sopraelevata, a nord dell’abitato di Strambino.
Il complesso castellano di Strambino sorge, come di consueto in
costruzione di tale natura, in posizione sopraelevata, a nord
dell’abitato di Strambino ed è contraddistinto dall’essere costituito da
diversi corpi di fabbrica appartenenti ad epoche diverse, venutisi ad
aggregare in tempi successivi a partire dal sec. XI fino al secolo XVII.
Esso è composto essenzialmente da tre nuclei facilmente individuabili e cioè dal castello detto “arduinico”, ascrivibile al sec. XI, dal castello detto “gotico” la cui edificazione si fa risalire ai sec. XIV-XV e dalle dimore signorili
risalenti al sec. XVII, che sono le uniche tuttora abitate: quella
centrale e quella occidentale conservate dai discendenti della famiglia
San Martino di Strambino; la dimora orientale è stata invece donata per
testamento a Don Bosco alla fine del 1800, che l’ha rivenduta ad altra
famiglia.
Della primitiva costruzione “arduinica”, di proprietà dal sec. XI del
ramo dei San Martino dei Conti Canavesani, restano le imponenti e
suggestive rovine di un complesso a pianta rettangolare dagli ambienti
interni arricchiti di camini e di soffitti a cassettone, le cui tracce
risultano ancora evidenti, difeso esternamente, nel lato meridionale, da
tre torri, due delle quali dotate di copertura e rese accessibili
all’interno da scale a chiocciola.
La torre centrale, alta 18 metri, tramite la quale
si accede ai saloni del primo e secondo piano, presenta finestre
impreziosite da cornici in cotto ed è conclusa da un coronamento a merli
ghibellini parzialmente chiusi che delimitano sei finestre aperte a
giro d’orizzonte.
All’ambiente sommitale, coperto, si accede tramite una scala esterna.
Il castello “arduinico” di Strambino, menzionato negli atti coevi quale
rocca importante nella difesa contro il comune di Vercelli in continua
lotta di supremazia con i Signori del luogo, dopo aver subito nel 1361
l’assedio del Marchese di Monferrato, come ricorda Pietro Azario
(1312-1367) nel “De Bello Canepiciano”, fu gravemente danneggiato alla
fine del 1300 al tempo del moto popolare del “tuchinaggio”.
Ciò determinò, presumibilmente, l’edificazione di un secondo edificio
castellano e il contemporaneo, progressivo abbandono del castello
“arduinico”.
Il secondo corpo di fabbrica, databile appunto al sec. XIV, è
definito tradizionalmente castello “gotico”, in ragione della
decorazione delle porte e delle finestre e di una fascia in cotto che
corre a metà altezza sulla facciata meridionale della costruzione
realizzata appunto secondo il gusto e la tipologia propria di tale
stile.
Il castello “gotico” sorge a sud del castello “arduinico” dal quale è
separato tramite una corte interna acciottolata. Presenta una pianta di
forma rettangolare su cui si innesta, sul lato settentrionale, una
torre quadrata servita da una scala a chiocciola di accesso al primo e
secondo piano del castello stesso, anch’esso, analogamente al precedente
edificio castellano, molto ricco, come attestano le numerose
decorazioni pittoriche e le tracce dei soffitti cassettonati, il più
bello e ben conservato dei quali alla fine del secolo scorso fu smontato
da Alfredo D’Andrade, responsabile dell’Ufficio Regionale per la
conservazione dei monumenti del Piemonte e della Liguria, per essere
rimontato nel castello di Pavone nel corso della ben nota, grandiosa
opera di restauro e restituzione da lui intrapresa sul medioevale
complesso castellano di sua proprietà.
Il medesimo soffitto e la relativa decorazione furono inoltre
riprodotti dal D’Andrade stesso e dai suoi collaboratori in una sala del
castello edificato nel Borgo Medioevale del Valentino a Torino per
l’Esposizione Generale Italiana del 1884.
Tra gli ambienti interni del castello “gotico” meritano
particolarmente menzione il salone al piano terra dalle pareti decorate a
rombi bianchi e neri con le iniziali R e A (Re Arduino); il salone al
primo piano, in cui si trovava il soffitto sopraricordato, decorato da
un affresco riproducente l’effige di Re Arduino e l’attiguo oratorio con
decorazioni di Angeli e Santi.
Modalitá di accesso
Indirizzo : Via Villanova, 20 - 10019 Strambino (TO)
Per visitare il Castello contattare il numero 0125 637500
L'accesso è gratuito.
Ultimo aggiornamento: 16/09/2024, 13:13
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